Ambientalisti, sindacati e categorie agricole scrivono al presidente della provincia, chiedendo la salvaguardia della salute dei cittadini e dei prodotti locali: “Struttura nociva e persino abusiva”
VEGLIE - Una lettera aperta contro il Megasansificio di Veglie: la firmano i forum e le associazioni ambientaliste, di categorie agricole, sindacati e realtà ecclesiali (Ambiente sano, Cgil, la Confederazione italiana agricoltori, il Consorzio di tutela e valorizzazione del Salice salentino dop, Italia nostra, la Lega italiana per la lotta contro i tumori, Legambiente, Forum Ambiente salute, associazione Grande Salento, Nuova Messapia, Salento Terra D’Arneo-Turismo rurale, Azione Cattolica Veglie, Agesci Scouts Veglie 1), indirizzandola al presidente della Provincia di Lecce, Antonio Gabellone.
Nel testo, si sottolinea la necessità di un chiarimento in forza dell’incontro, richiesto dal Consorzio Agrario Salento Agricolo tenutosi pochi giorni fa in Provincia senza il coinvolgimento, non solo degli enti territoriali direttamente investiti della vicenda, ma anche di tutti gli altri operatori economici che hanno il proprio centro di interesse nella zona ove dovrebbe essere attivato un impianto, che, allo stato è abusivo.
“Ciò – precisano nella lettera i contestatori - va sottolineato in quanto, il fulcro dell’incontro, sempre secondo quanto si legge, era incentrato sul paventato ‘blocco’ di circa 50 assunzioni, peraltro di tipo stagionale, che scaturirebbe dalla mancata attivazione del Megasansificio. Ebbene, inutile ricordarle, vista la Sua completa attenzione per il territorio, che le aziende già operanti nella zona di riferimento, che verrebbero lese dall’attivazione di quest’impianto, hanno alle loro dipendenze un numero di persone di gran lunga superiore rispetto a quello rivendicato nel ricatto occupazionale operato dal Consorzio Agrario Salento Agricolo”.
I firmatari sottolineano che il Megasansificio è situato all’interno del Parco del Negroamaro, dove sono coltivati vitigni pregiati da aziende agricole, le quali aderiscono al Consorzio di tutela del Salice Salentino Doc e che queste aziende si sono organizzate giuridicamente a difesa delle loro produzioni dal pericolo del Megaimpianto; inoltre che tutte le aziende agrituristiche del territorio hanno proposto ricorso innanzi al Tar di Lecce prima e successivamente si sono costituite davanti al Consiglio di Stato per difendere i propri interessi, perché ritengono il Megasansificio una minaccia alle loro attività.
Inoltre i firmatari ricordano che diversi comuni (Salice Salentino, Sandonaci, San Pancrazio Salentino, Guagnano e Porto Cesareo) hanno avanzato un ricorso contro il rilascio della sanatoria del Megasansificio, perché lo ritengono devastante per l’intero territorio del Nord Salento: “Ora .- dichiarano -, presidente, dinanzi ad un investimento sbagliato e che l’Arpa ha ritenuto nocivo, si solleva artatamente il ‘problema sansa’, senza informare correttamente che esistono altri modi, più rispettosi dell'ambiente e del territorio, indicati dal Ministero delle Politiche Agricole con il nuovo Piano Olivicolo-oleario, pubblicato nell’aprile del 2010, per lo smaltimento dei residui della spremitura delle olive”.
C’è la necessità di constatare, per i firmatari, che si tratta di un insediamento industriale “realizzato illegalmente, i cui proprietari si rifiutano di demolire, pur a fronte dell’attesa dei cittadini al ripristino della legalità, visto che esiste presso la Procura del Tribunale di Lecce una denuncia penale per abuso urbanistico fatta alla Oil Salento dalla polizia municipale del comune di Veglie, alla quale denuncia nessuno ancora dà seguito”: “Abbiamo fiducia e siamo convinti – riferiscono a Gabellone - che lei Presidente rispetterà la correttezza delle procedure, si attiverà per la difesa dell’ambiente, tutelerà le produzioni agricole, promuoverà il turismo rurale, proteggerà il paesaggio agrario e utilizzerà tutti i mezzi a sua disposizione per il ripristino della legalità a protezione delle popolazioni del Nord Salento”.
Nel testo, si sottolinea la necessità di un chiarimento in forza dell’incontro, richiesto dal Consorzio Agrario Salento Agricolo tenutosi pochi giorni fa in Provincia senza il coinvolgimento, non solo degli enti territoriali direttamente investiti della vicenda, ma anche di tutti gli altri operatori economici che hanno il proprio centro di interesse nella zona ove dovrebbe essere attivato un impianto, che, allo stato è abusivo.
“Ciò – precisano nella lettera i contestatori - va sottolineato in quanto, il fulcro dell’incontro, sempre secondo quanto si legge, era incentrato sul paventato ‘blocco’ di circa 50 assunzioni, peraltro di tipo stagionale, che scaturirebbe dalla mancata attivazione del Megasansificio. Ebbene, inutile ricordarle, vista la Sua completa attenzione per il territorio, che le aziende già operanti nella zona di riferimento, che verrebbero lese dall’attivazione di quest’impianto, hanno alle loro dipendenze un numero di persone di gran lunga superiore rispetto a quello rivendicato nel ricatto occupazionale operato dal Consorzio Agrario Salento Agricolo”.
I firmatari sottolineano che il Megasansificio è situato all’interno del Parco del Negroamaro, dove sono coltivati vitigni pregiati da aziende agricole, le quali aderiscono al Consorzio di tutela del Salice Salentino Doc e che queste aziende si sono organizzate giuridicamente a difesa delle loro produzioni dal pericolo del Megaimpianto; inoltre che tutte le aziende agrituristiche del territorio hanno proposto ricorso innanzi al Tar di Lecce prima e successivamente si sono costituite davanti al Consiglio di Stato per difendere i propri interessi, perché ritengono il Megasansificio una minaccia alle loro attività.
Inoltre i firmatari ricordano che diversi comuni (Salice Salentino, Sandonaci, San Pancrazio Salentino, Guagnano e Porto Cesareo) hanno avanzato un ricorso contro il rilascio della sanatoria del Megasansificio, perché lo ritengono devastante per l’intero territorio del Nord Salento: “Ora .- dichiarano -, presidente, dinanzi ad un investimento sbagliato e che l’Arpa ha ritenuto nocivo, si solleva artatamente il ‘problema sansa’, senza informare correttamente che esistono altri modi, più rispettosi dell'ambiente e del territorio, indicati dal Ministero delle Politiche Agricole con il nuovo Piano Olivicolo-oleario, pubblicato nell’aprile del 2010, per lo smaltimento dei residui della spremitura delle olive”.
C’è la necessità di constatare, per i firmatari, che si tratta di un insediamento industriale “realizzato illegalmente, i cui proprietari si rifiutano di demolire, pur a fronte dell’attesa dei cittadini al ripristino della legalità, visto che esiste presso la Procura del Tribunale di Lecce una denuncia penale per abuso urbanistico fatta alla Oil Salento dalla polizia municipale del comune di Veglie, alla quale denuncia nessuno ancora dà seguito”: “Abbiamo fiducia e siamo convinti – riferiscono a Gabellone - che lei Presidente rispetterà la correttezza delle procedure, si attiverà per la difesa dell’ambiente, tutelerà le produzioni agricole, promuoverà il turismo rurale, proteggerà il paesaggio agrario e utilizzerà tutti i mezzi a sua disposizione per il ripristino della legalità a protezione delle popolazioni del Nord Salento”.