sabato 18 settembre 2010

MEGASANSIFICIO: Se a proporre il progetto è un consorzio agricolo, l'impatto ambientale è ridotto?


Dopo la sentenza del Consiglio di Stato n.887/2010, che aveva annullato i titoli edilizi rilasciati dal comune di Veglie in favore della OIL Salento e il parere negativo di ARPA Puglia e ASL, la vicenda sansificio è apparsa alquanto chiara, poichè i suddetti organi hanno fermamente sancito non solo che l’impianto in questione è di natura industriale, e come tale non impiantabile in zona agricola, ma anche che i fumi dell’impianto stesso sarebbero stati dannosi per la salute e per l’agricoltura in una zona, come quella di riferimento, già fortemente compromessa.

Nonostante, quindi, gli organi preposti abbiano accertato “tecnicamente” la dannosità dell’impianto, la questione rivive “d’incanto”, come se tutto quanto sin ora accaduto non si fosse mai verificato, come se le vicende giudiziarie non fossero mai esistite, come se il secco “no” espresso dalla comunità cittadina non contasse nulla.

Oggi, il progetto della OIL Salento viene fatto rivivere dal Consorzio Agrario Salento Agricolo, di cui, guarda caso, la data di costituzione e la composizione restano ancora sconosciute.

Tutto ciò, in virtù di un contratto d’affitto di azienda dal quale si evince che l’impianto sarebbe pronto ad essere azionato, senza che si faccia alcuna menzione all’avvenuto annullamento dei titoli edilizi.

Così, il costituito Consorzio agrario in data 23.6.2010, ovvero a soli due giorni dalla scadenza del termine di 90 giorni previsto dall’ordinanza di demolizione notificata alla OIL Salento, presenta presso il Comune di Veglie una istanza di sanatoria ex art.36 D.P.R. 380/01 ponendo quale “qualità miracolosa” del Consorzio, potenzialmente idonea a rendere legittimo l’impianto, la circostanza che lo stesso sia costituito da imprenditori agricoli produttori di sansa.

Secondo il ragionamento dell’istante, quindi, in forza di tale qualità soggettiva l’attività di trasformazione e commercializzazione del nocciolino oggetto dell’impianto diventerebbe improvvisamente “attività strettamente connessa all’agricoltura” al pari di quella esercitata da un imprenditore agricolo che dalle olive presenti sul suo terreno decide di estrarre l’olio con un piccolo frantoio impiantato in loco.

In altre parole, è come se la legittimità di un progetto potesse discendere dalla bellezza del soggetto proponente!

Ebbene, inutile ribadire ancora una volta che l’impianto in questione è di natura industriale e che, soprattutto, dalla sua attivazione potrebbero derivare effetti dannosi per la salute e l’agricoltura così come acclarato dall’ARPA.

A ciò si aggiunga che esso è in contrasto con la vacazione del nostro territorio.

Insomma è come un film già visto!!!!!!!!

La parola agricoltura oggi giorno è sempre più sinonimo di custodia del territorio ma lo pseudoconsorzio abusa di tale parola cercando di distogliere l'attenzione da quelli che sono i suoi propositi reali, profitto per pochi depauperando la risorsa ambiente (che strano che nessuna VIA sia stata necessaria !); propositi, quindi, contrari alla vocazione e ai bisogni del nostro territorio, ovvero qualità delle produzioni agricole, qualità del paesaggio insomma di uno sviluppo partecipato e sostenibile.

COMITATO AMBIENTE SANO

mercoledì 8 settembre 2010

Fotovoltaico, Ferrarese deciso a porre freno agli abusi


La devastazione che sta subendo il nostro Territorio per le installazioni di campi fotovoltaici non può più essere tollerata. E’ quanto ha dichiarato il Presidente della Provincia di Brindisi Massimo Ferrarese.
Infatti, le autorizzazioni già rilasciate, senza un’adeguata valutazione, con una normativa molto permissiva e con ampie agevolazioni economiche sono numerosissime e sono altrettanto numerose quelle in attesa di autorizzazioni.
La Provincia, dal luglio 2009 – precisa il Presidente - da quando cioè ha assunto la competenza in materia di Valutazione di Impatto Ambientale (V.I.A.) sugli impianti fotovoltaici, ha rilasciato una sola valutazione per un impianto di 25MW.
Pertanto, tutte le installazioni che si sono verificate sono state autorizzate dalla Regione Puglia o, in procedura semplificata, dai singoli Comuni mediante dichiarazione di inizio attività per impianti pari ad 1 MW.
Il Presidente, pertanto, al fine di salvaguardare il paesaggio, le produzioni agricole, la loro riconversione e le peculiarità territoriali, ha già dato mandato ai propri Uffici di elaborare un regolamento da applicarsi nelle procedure V.I.A. intervenendo su tutte le prossime autorizzazioni per limitare il disastro già compiuto. Il tutto ovviamente coinvolgendo i Comuni.
A puro titolo esemplificativo e non esaustivo non potranno esserci insediamenti in aree sottoposte a tutela ambientale, in presenza di ulivi secolari e coltivazioni di pregio, dovranno essere distanti almeno 300 metri dalla viabilità urbana ed extraurbana, si dovranno privilegiare le aree industriali con installazione sui tetti dei capannoni e le aree già ambientalmente degradate (ad esempio ex discariche, ecc.), privilegiare le installazione su serre per dare continuità all’agricoltura riconvertendola su diverse specializzazioni, ecc.
Gli abusi commessi, conclude il Presidente, non potranno in tal modo essere perpetuati.


COMUNICATO STAMPA AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE DI BRINDISI

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